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Un viaggio seducente e appassionante, fuori dalle logiche del tempo e dell'ordinarietà, a tratti onirico e alchemico, a tratti metafisico, in cui sovente la metafora trascende in allegoria. Il ritmo narrativo, come sempre, è incalzante e si sviluppa in un crescendo di tensioni emotive che sfociano immancabilmente in un sensazionale colpo di scena. La storia è ambientata a metà degli anni '40 e vede protagonista la giovane maestrina milanese, Miriam Accogli di soli 24 anni, scampata miracolosamente alla "strage del Gorla" (una tragedia che il 20 ottobre del 1944 vide dissolversi nel nulla ed in pochi attimi un'intera scuola elementare di Milano e circa 200 anime tra piccoli alunni e docenti, a causa della deflagrazione di oltre 342 ordigni sganciati dai bombardieri americani sulla popolazione civile dei quartieri milanesi di Gorla e Precotto). L'edificio scolastico fu centrato in pieno. Miriam, unica superstite della strage, per tornare a vivere trova il coraggio di affrontare una sfida fuori da ogni logica che non sia riconducibile a quella del cuore: un viaggio alla ricerca di Salvatore, un giovane militare pugliese che l'ha sedotta e poi abbandonata dopo il congedo definitivo. Miriam non ha alcun riferimento se non il nome ed il cognome del suo amato: Salvatore Continisi. Inizia, così, questo viaggio straordinario e rocambolesco in un Salento immobile, povero, deserto, riarso dal sole d'agosto, battuto dal vento torrido di scirocco, eppure al contempo seducente, magico e misterioso come "Federico delli Mori, il Duca Bislacco di Biancamorte, soprannominato "il Mago" per alcune bisbigliate dicerie di paese che lo facevano capace di influenzare la sorte e gli eventi, di predire il futuro ed attivare malefici"; un viaggio carico di emozioni, di incontri e peripezie che porteranno la protagonista a maturare la consapevolezza che la ricerca messa in atto è tesa più a riappropriarsi di se stessa che dell'amato. Una storia anche di emancipazione e di riscatto sul piano del genere e dell'affermazione della femminilità, dunque, negli anni in cui nascere donna, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, poteva rappresentare ancora una sciagura. Miriam Accogli diventa allora una eroina di quei tempi, ma anche dei nostri tempi, audace e coraggiosissima, disincantata e innamorata, forte e fragile assieme, capace di lasciarsi tutto dietro e di saltare su di un treno del non ritorno per amore della verità.