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Per lungo tempo, pensare di vivere di jazz al di fuori di Roma e Milano, sarebbe stata pura utopia. Non deve sorprendere quindi, se alcuni tra i primi pugliesi a dedicarsi alla musica jazz, già negli anni che precedettero la Seconda guerra mondiale, furono attivi prevalentemente in quelle città, a cominciare dal sassofonista nocese Vito Morea o da Michele Ortuso, un banjoista originario di Monte Sant'Angelo che aveva conosciuto il jazz direttamente negli Stati Uniti, dove la sua famiglia era emigrata in cerca di fortuna. Tuttavia il jazz, proprio negli anni della guerra, trovò una più facile accoglienza al Sud - e in Puglia - prima che al Nord. Bari venne liberata dagli americani il 15 settembre del 1943 e più o meno contemporaneamente presero il via le trasmissioni dell'ex Eiar, ribattezzata dopo la Liberazione "Radio Italia Libera", successivamente trasformatasi in Radio Bari. E proprio negli studi di Radio Bari si fece conoscere il quintetto "hot" guidato da Bruno Giannini che annoverava, tra gli altri, anche i fratelli Principe. La presenza delle truppe americane in tutta la regione, favorì tra l'altro non solo la diffusione dei leggendari V Disc, ma anche - ad esempio a Bari e Foggia - l'arrivo di personaggi come Marlene Dietrich, Frank Sinatra o Stan Getz. Senza la pretesa costruire un'accurata cronologia di accadimenti, il volume ripercorre fino ai nostri giorni l'evoluzione del pubblico, le trasformazioni del "fare jazz" in Puglia a tutti i livelli e il passaggio dal dilettantismo al professionismo a tempo pieno. Un itinerario che vuole essere storico, critico e sociale e che si propone come una traccia, un punto di partenza per chiunque voglia arricchire questa narrazione con ulteriori, indispensabili contributi.