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In questo lavoro, a partire dalla problematica appena esposta, vogliamo orientare la nostra riflessione sul complesso compito rieducativo all'interno di istituzioni carcerarie o di comunità di recupero che qui definiamo "luoghi di confine". L'articolata varietà di linguaggi e la pluralità delle forme di comunicazione, cui abbiano assistito in questo complesso periodo, hanno posto sfide educative nel campo della formazione e istruzione a tutti i livelli, sconvolgendo gli equilibri relazionali, gli interventi didattico-educativi e i percorsi stessi di apprendimento. Molti sono stati gli interrogativi, da parte degli educatori, sulla validità e sull'efficacia di una didattica impostata sull'utilizzo dei dispositivi informatici e dei connessi linguaggi. Le pagine di questa pubblicazione di Angelina Vivona ripercorrono le tematiche legate all'educazione e all'istruzione dei minori negli istituti penitenziari senza mai abbandonare l'idea di considerare il carcere, non solo come lo spazio fisico di "esecuzione della pena" ma soprattutto come il luogo in cui osservare le persone che vivono in uno stato di privazione di libertà, coglierne i comportamenti e gli eventuali e progressivi miglioramenti.