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Nei Saggi di Montaigne, intellettuale geniale del Cinquecento francese, vi sono suggerimenti non trascurabili a andare oltre l'educazione come attività fattuale per insegnare valori pensati alla base della vita comunitaria impegnata per il benessere dell'umanità. Piccolo nobile di provincia - conservatore ma, nella sua essenza, vero è proprio rivoluzionario pacifico - egli sogna di dar vita a uno Stato nuovo per uomini nuovi guidati da un indomabile spirito di libertà e d'indipendenza, alieni da fanatismo religioso, da guerre sanguinose, dagli ignobili genocidi da conquistadores. Non definisce un'idea di educazione scientificamente impostata, ma ne prepara la strada proponendola come un ideale. È questo il cuore della suggestiva lettura 'sub specie educationis' proposta in queste pagine da Giovanni Genovesi, dopo aver navigato nel mare magnum di un'affascinante opera che parla di tutto; un'opera in cui agiscono centinaia di personaggi di ogni epoca tra i quali Montaigne s'insinua per cercare, senza posa, di mettere alla prova il proprio giudizio, di costruire il proprio io, tra le tempeste di un mondo ondivago e fluttuante, in cui facile è perdersi.