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"Siamo in grado di prevedere quando lo stress causerà un cedimento in una persona?". No! Una risposta chiara non esiste. Sappiamo, però, che vi sono fattori in grado di accelerare il "punto di non ritorno", il punto in cui siamo inermi cioè burnt-out, o di posticipare l'insieme di questi eventi negativi. Quello che è certo è che il lavoro dell'insegnante, rispetto ad altre professioni, può produrre forti squilibri psicologici e le cause, soprattutto in Italia, sono facilmente individuabili: disorganizzazione della scuola; burocrazia eccessiva; scarsità di risorse; cattive relazioni con i dirigenti, i colleghi, i genitori, gli studenti, ecc. L'autore si rivolge personalmente a chi legge come se lo avesse di fronte, con un linguaggio colloquiale e rispettoso, e al tempo stesso rigoroso, scientifico e documentato, con esempi a convalida di quello che dice presi dalla sua storia personale. Considera lo stress nei due aspetti di eustress (positivo) e distress (negativo) allargando lo sguardo su questo come esperienza dell'uomo, da quello primitivo all'uomo d'oggi, all'insegnante in particolare. Esamina quali sono i fattori che producono distress nella vita di ogni giorno e nella scuola. Individua le diverse forme di stress e propone soluzioni e strategie difensive per intervenire e risolvere le difficoltà sia nel privato che nell'ambiente di lavoro con un discorso di interesse generale senza mai perdere di vista il suo interlocutore privilegiato: l'insegnante.