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Usato durante il Medioevo come testo guida per l'insegnamento a giovani studenti, il "De disciplina scholarium" fu composto probabilmente tra gli anni '30 e '40 del XII secolo e falsamente attribuito a Boezio. Il testo, senza tentare una soluzione definitiva dell'eterno problema dell'educazione, offre una testimonianza viva di un costume, di una prassi, ma soprattutto di un modo virile e lineare di considerare i valori, l'uomo, la complessità del rapporto educativo, la problematicità della compresenza di scientia e virtus. Edda Ducci curò il testo nel 1967 e lo presentò con il titolo "Un saggio di pedagogia medievale. Il De disciplina scholarium dello Pseudo Boezio". Grazie ad una lunga introduzione e alla traduzione, ella ha il merito di aver posto nella giusta luce il problema della pedagogia medievale senza forzature né anacronismi, basandosi sul solido terreno dei testi e della documentazione. Il tema che guida lo spirito della traduttrice può enuclearsi intorno al concetto di disciplina-paideia, oltre che sul risalto del carattere fortemente umano, e spesso anche umanistico, del "De disciplina scholarium". Ritornare oggi alla lettura di questo testo significa chiedersi come comunicare il vero e il bene. Ma anche, e soprattutto, in che misura il soggetto "debba modificarsi" per rendersi disponibile all'acquisizione del vero e del bene.