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Fu un grande autore satirico, il modello a cui guardò ogni classicismo, ma a emergere nella raccolta che qui presentiamo è l'Orazio più intimo, privato, l'«Orazio lirico». La lirica fu l'ambizione suprema del poeta, «la sola passione duratura che si concesse», l'unico ideale capace di dare senso alla sua vita. Sul filo della selezione operata, si delinea un percorso esistenziale oltreché poetico: dall'esordio nel mondo letterario, a partire dalla scoperta ad Atene dei poeti greci, alla svolta del 38 quando, grazie all'incontro con Mecenate, si aprì il periodo più fortunato, quello dell'amicizia con Augusto, e quindi della notorietà e della gloria. Un periodo dorato, quest'ultimo, nel quale però Orazio conservò la tendenza a isolarsi e a indugiare sul pensiero del tempo e della morte, i temi che sentì in misura più acuta e persistente. Di testo in testo, di anno in anno, si rivela la personalità vera del poeta, che dissimula solitudine e malinconia dietro il sorriso e la maschera di sobria virilità che siamo abituati a riconoscergli.