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La pubblica amministrazione rappresenta tradizionalmente, in Italia e in altri paesi sviluppati, un settore fortemente femminilizzato e relativamente più accogliente per le lavoratrici che non il settore privato. Dal punto di vista dell'eguaglianza di genere il reclutamento e le carriere attraverso meccanismi relativamente neutrali rispetto al genere come i concorsi pubblici e il valore attribuito all'istruzione formale hanno determinato progressivamente una crescente presenza di donne anche nelle posizioni apicali. D'altra parte la presenza precoce di organismi di parità e la sindacalizzazione del pubblico impiego hanno favorito le politiche di conciliazione, in particolare una flessibilità degli orari di lavoro che consente una gestione della "doppia presenza", nel lavoro e nei compiti di cura, significativamente migliore che nel settore privato. Di qui quell'immagine un po' stereotipata della pubblica amministrazione come "isola felice" per le lavoratrici. La ricerca da cui nasce questo libro, svolta nel 2014 in due enti locali, il Comune e la Provincia di Pavia, condotta da ricercatori con diversa formazione disciplinare (statistica, sociologica e politologica) indaga sulle diseguaglianze di genere e la loro percezioni da parte delle dirigenti e delle dipendenti, dopo che una lunga tornata di riforme amministrative (culminata con la soppressione delle province con la riforma del Rio) ha significativamente modificato il contesto istituzionale del lavoro mentre le politiche di austerità riducevano le risorse di personale e finanziarie. Il quadro che ne esce è quello di un diffuso disagio. Le diseguaglianze di genere non appaiono prima facie un problema pressante, né dall'osservazione dei dati quantitativi che rivelano una situazione abbastanza positiva dal punto di vista della distribuzione di uomini e donne ai diversi livelli organizzativi né nella percezione delle lavoratrici, che quindi sono piuttosto disinteressate agli organismi di parità e alla loro capacità di rappresentarne le domande. Piuttosto le innovazioni introdotte sembrano avere creato un clima di incertezza e insicurezza (naturalmente più accentuato in provincia in conseguenza alle incognite che riguardano il futuro dell'ente e dei suoi dipendenti) in cui il sistema di garanzie che caratterizzava il lavoro nella pubblica amministrazione appare incrinato e si percepisce una sostanziale indifferenza dell'organizzazione (inclusa la congrua componente femminile dei vertici politici e burocratici) per le condizioni in cui le lavoratrici affrontano le sfide poste dal nuovo contesto.