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"I tarocchi sono figure colorate, giochi leggeri, e scavano nell'inconscio. Che un medico si occupi di inconscio non dovrebbe stupire: non siamo meccanici che riparano (quando possibile) il corpo fisico, siamo o dovremmo essere co-guaritori del meraviglioso insieme 'mente-corpo-spirito'. Co-guaritori perché il principale guaritore di se stesso è il paziente, e il medico un compagno attento e amorevole sulla via della Cura. I tarocchi non sono medicine per il corpo fisico, non hanno finalità terapeutica e non è questo il senso del libro: ci trasportano nell'illusione creativa del gioco, spingono a proiettarci su una sequenza visiva senza il filtro delle parole e della razionalità. All'inconscio non servono ragionamenti e grandi discorsi: è una porta chiusa che si spalanca grazie a stimoli speciali. Ognuno potrà giudicare se e quanto una mano di carte possa smuovere energie che, alla fine, si riveleranno salutari. Nel mio studio medico non uso i tarocchi, ma negli spazi e tempi senza il camice non considero scorretto giocare con chiunque abbia voglia di indagare l'indicibile. Osservando da spettatrice le meraviglie del risveglio dell'inconscio." (L'autrice)