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Questo volume si inserisce nel promettente filone di ricerca che si occupa del lavoro femminile nel mondo antico, concentrandosi su un ambito finora non pienamente indagato nella sua complessità. Quanto era consistente la partecipazione femminile nella produzione di materiale da costruzione e altre categorie di ceramica pesante nell'Italia romana? Quante donne "imprenditrici" marchiavano i prodotti delle loro manifatture tra la tarda repubblica e l'età imperiale? Queste domande costituiscono la base dello studio condotto dall'autrice, fondato sulla raccolta e analisi dei marchi di fabbrica che recano impressi nomi femminili. Si tratta di donne che gestivano le loro attività manifatturiere, di grandi o piccole dimensioni, con diverse modalità organizzative e che ricoprivano posizioni prevalentemente appannaggio degli uomini in modo del tutto equivalente e con analoghe prerogative. Dalla Venetia all'Apulia, dal Piceno a Roma, l'autrice esplora il coinvolgimento di tali dominae private nelle produzioni fittili, i loro rapporti con le famiglie di provenienza, legate tanto all'aristocrazia senatoria ed equestre quanto ai ceti dirigenti di rango decurionale, e il loro ruolo nel contemporaneo scenario economico, politico e sociale dell'Italia romana.