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Dopo la presentazione dell'autore e della sua poetica, offerti quindi gli strumenti necessari per la difficile interpretazione di un testo letterario, l'autrice lascia la parola a Thomas Valentin e alle sue suggestioni meridionali, fiduciosa di aver accompagnato con la cura necessaria gli astanti all'interno dell'anima del testo tradotto. La Sicilia raccontata da Valentin è una Sicilia senza veli, senza falsi entusiasmi e liberata dalla morsa di pregiudizi il più delle volte infondati. Per poter arrivare a tale comprensione non basta "muoversi e partire" ma è necessario, il più delle volte, che in quei luoghi si senta l'odore di casa; una casa intesa non nell'accezione di origine, ma piuttosto come quell'imperscrutabile luogo in cui dimora l'animo umano. Quello di Valentin è infatti un viaggio che racchiude in sé il momento del ritorno, del ritorno a sé: l'autore, quel luogo, che non fece altro che porgergli uno specchio, lo trovò proprio in Sicilia, nei suoi abitanti, nei suoi tramonti, in quegli sguardi traboccanti di parole; Valentin trovò la Sicilia soprattutto nei suoi silenzi.