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L'immagine ha spesso sostituito il testo, è stata di supporto allo scritto, ha affiancato le lettere nei primi libri di scuola per semplificare l'apprendimento della lettura. Dalla fine dell'Ottocento e nel corso del Novecento, attraverso l'illustrazione di abbecedari e sussidiari, è presente sui banchi di una scuola che si rinnova velocemente, ma fa capolino anche tra le pagine dei primi giornali per bambini, nel campo dell'editoria per ragazzi. Si tratta di immagini solo apparentemente semplici, in realtà ricche di contenuto, di vere indicazioni educative. Ogni periodo storico è riconoscibile dall'illustrazione del testo scolastico, come nel libro di testo unico del ventennio. E nel dopoguerra immagini rinnovate ordinate, geometricamente descritte, trovano spazio sui libri di educazione artistica per la nuova scuola media unica. La fine del Novecento e il tempo presente sono invece caratterizzati dall'immersione nell'immagine, dall'esposizione di sé in una nuova cultura della visione che non ammette zone d'ombra. Ma proprio il virtuale ci impone di riconsiderare l'importanza del contatto con la realtà, non mediata, e di rivalutare l'esperienza diretta. Magari attraverso un mediatore didattico antico come il gioco.