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Il no alla grande guerra affondava le radici nella lotta antimilitarista che a inizio Novecento, dopo la repressione seguita alle proteste sociali del 1898, aveva trovato nuovo vigore. Governo e Comando Supremo dell'esercito adottarono gravi provvedimenti per prevenire e reprimere l'opposizione alla guerra. Tuttavia minoranze politiche e sociali non desistettero dal ribadire il proprio dissenso: in nome di ideali di fraternità universale, in obbedienza al comandamento del "non uccidere". Queste forze controcorrente si sarebbero rafforzate, assumendo carattere di massa, di fronte alle dimensioni del massacro e al suo protrarsi aldilà di ogni più pessimistica previsione.