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Crocevia secolare, baricentro geopolitico e ponte strategico tra Oriente e Occidente, la Turchia odierna, guidata ormai da tre legislature dal monolitico Adalet ve Kalkinma Partisi, attraversa i terreni incerti di una "rivoluzione silenziosa" tanto sul piano estero che su quello interno. In equilibrio tra le paure europee di un nostalgico ritorno al sogno restauratore-neottomano e i rinnovati rapporti con il Vicino-Oriente, la "diplomazia danzante" del leader Recep Tayyip Erdogan sembra ricercare una terza via "post-ottomana" da cui non dipende solo il futuro della Turchia, ma probabilmente lo stesso delicato rapporto tra Oriente e Occidente.