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Nei secoli l'allestimento presepistico è entrato nelle tradizioni popolari; credenti e non, ognuno nella propria composizione immaginativa, ripropone ambienti dell'umanità intera, disponendoli in una sequenza narrativa. "Un racconto di Natale" riferisce quello che accadde una volta in casa di Corradino, un grande presepista, che, oltre a lavorare i materiali impiegati nel suo presepe, ci metteva il cemento dell'amore ovvero quella materia prima non sempre presente negli uomini in quantità sufficiente. Durante una di queste sue creazioni, un bambino s'intrufolò nella sua villa per derubarlo, ma il ladruncolo si giustificò che era lì, nel suo laboratorio, soltanto per aiutarlo. L'uomo si trovò così come davanti ad un'altra struttura, un altro presepe gli comparve. Corradino e il bambino percorsero insieme il lungo sentiero e giunsero sull'altura del mondo, giù, nell'immensa vallata, l'umanità intera procedeva verso un'unica direzione. Le statuine del presepe di Corradino erano tutte nella storia dell'uomo, disposte in quel tragitto senza fine ed egli si perse nella fiumana di gente che procedeva lentamente, recitando preghiere e dedicandosi ai loro pensieri e al proprio lavoro.