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In questo libro viene ricostruita la storia della proprietà terriera costituitasi nelle mani del cardinale Fabrizio Ruffo a seguito della donazione di re Ferdinando I del 1819. L'autore traccia un quadro delle complesse vicende attraverso le quali essa è passata nel corso dei decenni successivi, soffermandosi in modo particolare sulla lunga controversia che ha visto protagonisti, da una parte, gli eredi del porporato, il principe di Sant'Antimo, prima, e quello di Motta e Bagnara, poi, e dall'altra il Comune di Monte Sant'Angelo e il Demanio dello Stato. Un discorso che investe direttamente non soltanto le istituzioni, ma anche quelle centinaia di contadini che vivevano su quelle terre, a cui erano legati con contratti di colonìa. Con il passaggio di quel vasto possedimento a Francesco Paolo Troiano si è aperto un nuovo capitolo, che in parte non si è ancora chiuso, non fosse altro perché di tutte quelle terre lo stesso è ancora l'intestatario.