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Un nanerottolo di nome Ercole, un generoso tontolone, Genio, e una prosperosa zitella, Reparata, questi i Palmisano, una famiglia calabrese indelebilmente marchiata dalla maledizione dell'onomastica. Nomi che segnano sin da subito anche la vita di Curzio, il più giovane di casa, e che lo mettono al cospetto di una dura verità: la società in cui vive è spietata, corrotta e ingiusta. Le discriminazioni, i soprusi e gli omicidi gratuiti sono all'ordine del giorno in paese, e lui, nonostante gli sforzi, la rabbia e l'indignazione non può farci nulla. Un vero e proprio inferno, il suo, un mondo in cui l'illegalità e la violenza sono all'ordine del giorno e dal quale, seppur con rammarico, decide di scappare. Una fuga che, però, non servirà ad altro che a catapultarlo in un nuovo inferno: quello argentino delle sconfinate pampas, del cibo in abbondanza e del benessere, almeno in apparenza. Un romanzo in cui la piccola storia si lega a doppio filo con la grande Storia, quella del fascismo, della difficile prima Repubblica, della grande immigrazione, dell'Argentina di Perón e dei desaparecidos.