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La traduzione di Pierpaolo Peroni delle Trachinie sofoclee è da immaginarsi in primis concretamente portata sulla scena, ma non meno fruibile come lettura, e che, pur concedendosi talvolta piccole escissioni o piccole aggiunte, per integrare o sostituire un gesto o per illuminare un contesto problematico, non abbandona mai la dedizione alla fedeltà al testo greco, ma è al contempo attenta a evitare la pericolosa ricerca di uno stile prezioso, alto, straniante, 'classico', insomma, fuori tempo massimo.