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La Suntina, autrice di questi versi in dialetto perugino, è chiamata e a volte si firma anche come "Suntina de Bartoccio". Bartoccio, come è noto, è il personaggio-maschera del villano perugino del Piano del Tevere: rozzo e arguto, buontempone e saggio, parla il suo inconfondibile dialetto. Il suo nome fu legato all'uso di far circolare satire e attacchi politici, sotto forma di "bartocciate", simili alle più famose pasquinate di Roma. Secondo la tradizione Bartoccio aveva una famiglia, formata dalla moglie Rosa e diversi figli, tra cui "la Suntina" (Assuntina), dotata di verve poetica e fiuto politico come il padre, ma essendo andata presto a lavorare fuori della famiglia di origine, "a servizzio da un professorone", dimostra spesso vedute più ampie e una curiosità tutta femminile, buon senso, ironia e consapevolezza di sé, come donna. Prefazione di Luigi M. Reale.