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Anamorfé. Il titolo di questa raccolta di versi allude al fenomeno dell'anamorfosi, che in pittura si riferisce alla rappresentazione di una scena in deformazione prospettica, la quale necessita della rinuncia al punto di vista frontale per essere correttamente percepita. Il senso delle composizioni va dunque ricercato in relazione a un particolare punto di vista che non è dato una volta per tutte, tant'è vero che i testi sono raggruppati indipendentemente dal tempo e dal luogo in cui sono stati scritti (si aprono e si chiudono in un arco di 30 anni, tra Torino e Perugia), ma all'insegna di una forzatura: il punto di vista della fase presente, che ha consentito meglio: ha reso necessario - la loro collocazione in sub-raccolte, il cui titolo è di per sé un'indicazione prospettica. Appunti inVersi, è ugualmente un'indicazione spazio-temporale, che ribadisce l'eterogeneità delle inter-relazioni tra i testi, caratterizzati da una molteplicità di stilemi e spunti d'ispirazione. "Appunti" che possono essere letti in ordine diverso, ma sempre come tappe d'un viaggio esistenziale, una specie di diario di bordo che si avvale della versificazione - e sovente di scelte metriche tradizionali -, che solo molto a bassa voce osa chiamarsi poesia, essendo "anamorfé" soprattutto una psicografia, che si apre alla lettura e al confronto per quel bisogno di confine e contatto che anche le geografie interiori non possono eludere.