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La storia dei primi secoli di funzionamento del Monte di Pietà di Ferrara è stata caratterizzata dall'alternarsi di periodi di gestione efficiente, che ne hanno elevato il ruolo sociale e di intermediazione finanziaria nel territorio locale, e da altri di cattiva amministrazione che, nei casi più gravi, hanno portato al fallimento dell'istituzione. Di fronte a tali circostanze negative, l'ente caritatevole ha reagito mediante l'emanazione di più regolamenti volti a disciplinare, con approccio sempre più rigido e rigoroso, le prassi interne così da prevenire e contrastare i comportamenti fraudolenti causa delle crisi passate. Il presente contributo, grazie allo studio critico della documentazione storica conservata presso l'Archivio della Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara, intende esaminare le novità introdotte nell'amministrazione del Monte di Pietà dopo il grave fallimento del 1646. In particolare, la ricerca si propone di ricostruire, in chiave sistematica, le modifiche apportate alla governance, all'organizzazione, alla dotazione patrimoniale, al sistema informativo-contabile e ai meccanismi di controllo introdotti con la riforma del 1671.