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Tra Cinquecento e Ottocento, le élites (laiche ed ecclesiastiche) dei tanti borghi, castelli, minori centri urbani che rendono così inconfondibile il paesaggio italiano ripensano profondamente il passato della propria "piccola patria". L'eredità romana (ma anche preromana) e la tradizione medievale sono al centro dell'interesse; ardite "invenzioni" e manipolazioni si alternano a ricerche di solido impianto erudito. I saggi qui editi riguardano il Piemonte, la Romagna, l'Emilia, la Toscana, le Marche, l'Umbria, la Terra di Bari, la Campania. Emerge grazie ad essi un forte senso di identità, una robusta autocoscienza; e in definitiva la vitalità di quel tessuto connettivo di insediamenti, che costituisce un "carattere originale" rilevante nella vicenda storica italiana dal medioevo ad oggi.