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Il racconto si apre narrando la rocambolesca fuga di Salvatore, un padre, un contadino siciliano, che scappa dalle truppe tedesche per tornare a casa a conoscere la figlia appena nata, Caterina, una delle protagoniste della storia. Una vita semplice quella di 'Titina', segnata dal terremoto della Valle del Belice del '68, dall'emigrazione in Svizzera e dai sacrifici. Alle vicende della sua famiglia si intrecceranno quelle di Luna e della sua famiglia, un tempo nobile e ricca. È un susseguirsi incalzante di episodi e volti che appaiono e scompaiono lasciando ciascuno un segno, come attori su un palcoscenico in continuo movimento tra diverse ambientazioni e contesti dal sapore prevalentemente siciliano. Il romanzo si sfoglia, e si legge, come fosse quasi una raccolta di istantanee che, attraverso i ricordi, ricostruisce la vita dei personaggi, dalle caratteristiche nette e dai tratti ben delineati. Un caleidoscopio in cui si susseguono immagini incredibilmente reali, vivide, dove di tanto in tanto trova spazio una punta di ironia.