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"Quando, nel 2004, Fabio Ruberti venne a trovarmi nella redazione di SUB per parlarmi di un ambizioso progetto legato alla sua formazione storica e subacquea non potei fare a meno di ascoltarlo con grande interesse. Allora, le riviste subacquee pubblicavano i servizi sui relitti di navi e di aerei limitandosi a parlare esclusivamente delle immersioni e trascurando quasi del tutto ciò che riguardava le ricerche in superficie per mare e in archivio, come se queste fossero parte di un'altra realtà. Avevamo bisogno di storie che travalicassero il mero aspetto subacqueo per raggiungere orizzonti più ampi, storie che permettessero di vivere la subacquea in tutta la sua molteplicità di interessi. Ma non tutte le storie andavano bene, e non tutti i relitti erano adatti a un lavoro del genere. Ci volevano fatti da raccontare, dati da rimettere in discussione, profondità da violare, attrezzi e metodi da sperimentare, accertamenti da fare. Tutte cose che Fabio Ruberti e i suoi uomini avevano già messo a punto e ci potevano dare." (Guido Pfeiffer, Direttore rivista SUB)