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"Ecografia di un congedo" è la rievocazione della storia d'amore tra l'io narrante e il giovane americano Martin, sollecitata dalla notizia della morte di quest'ultimo avvenuta vent'anni prima. Perché scrivere? Per rivivere mediante la scrittura un'esperienza fondamentale di vita? Per colmare un distacco non voluto? O forse per compiere una vera e propria autoanalisi? «Degli scomparsi, ciò che più ferisce» è la parola che «ancora esiste / e ti ferisce, ti dilania il cuore, / proprio perché non c'è». Si rende, pertanto, necessario operare un ritorno in se stessi, ricreare le vicende, sottoporle all'analisi della ragione non per cercare di capire, ma per placare, se mai sia possibile, «un solo inascoltato urlo di morte» e tentare di riempire in qualche modo il «vuoto del presente».