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Nell'epoca dei più grandi ammalati di noia e della dipendenza da social-network, Ampelio Bandini trova l'ispirazione per scrivere il suo primo romanzo. Pubblicherà il libro-confessione di un insolito compilatore di tovagliette di carta incontrato per caso in un'osteria della Val d'Orcia, in Toscana. La diffusione di quella storia, però, in un distopico Stato Confederato dell'Europa Unita, avrebbe comportato delle conseguenze drammatiche. Nelle pagine di Bandini non c'era solo la confessione di uno o più delitti ma anche la premonizione di una piaga moderna che nel giro di qualche anno avrebbe scatenato una serie di eventi infausti nell'Occidente civilizzato. "Quella cena infame" è una parodia grottesco-comica sulle molteplici personalità che popolano i dibattiti sul web. Come nei contenuti virali, convergono nel romanzo narratori inattendibili, fatti e personaggi tragicomici, inarrestabili flussi di coscienza in un pastiche letterario dalla prosa alla poesia, dal poema cavalleresco al melodramma, accogliendo le espressioni più vivide della lingua italiana.