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Il pregio di questa raccolta va individuata in uno stile secco, "concreto" e coinvolgente. Estraneo a ogni sfaccettatura lirica, il poeta si addentra in questioni capitali con "occhi asciutti", per usare l'espressione di Sbarbaro, con un disincanto che non permette alcuna consolazione, con una lucidità tragica che non lascia via di scampo. "Gli anni ammassano nelle fosse / lattine e cerchioni d'auto sbilenchi". La poesia sta nella realtà, non nelle parole. L'occhio è impietoso, non accetta facili consolazioni: "Le latrine delle stazioni, / depositarie di una gnosi amara". La metafora perde ogni connotato astratto per "incosarsi" in situazioni precise, nette, definite, tratte dall'esperienza quotidiana, comune alla nostra società.