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"Via Laura" è la seconda raccolta di poesie di Pasquale Quaglia, composta interamente in dialetto napoletano. Il comune denominatore dell'opera è l'esaltazione della bellezza, racchiusa nelle piccole cose che l'autore scopre e indaga con uno sguardo fanciullo. La pittoresca lingua napoletana, di per sé già dotata di una sonorità poetica, fa da cornice a componimenti vivaci, dai connotati fortemente affettivi. Nei versi si alternano ricordi di amori svaniti e sperati, suggestive descrizioni di paesaggi tipici del Sud Italia, immagini fantasiose di piccoli animali carichi di significati simbolici e denunce di alcuni dei difetti umani, il tutto accompagnato da un colorito fiabesco. Innegabile è l'eco delle poesie di Antonio de Curtis, il grande Totò. La raccolta rappresenta a fondo la personalità dell'autore che mai dimentica le sue origini e quella saggezza semplice, scarna ma sempre validissima che "Via Laura", la contrada natìa, gli ha donato (Matilde Saviotti).