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In pochi autori dei nostri anni la memoria dei classici agisce con l'urgenza e la nitidezza alla quale Marco Beck ha abituato i propri lettori. Basta aprire uno dei suoi libri per ritrovarsi nel clima di una docta poesis che riesce a rendere viva e attuale una tradizione all'interno della quale le voci della grecità e della latinità riecheggiano e quasi annunciano il dettato delle Scritture. Grideranno le pietre è anche, fin dal titolo, un documento di viaggi e di paesaggi, un mobilissimo atlante di esperienze. Uno dei suoi più originali tratti distintivi è la vita stessa che genera vita, in una ininterrotta elegia degli affetti familiari. Capace di far convivere nello stesso componimento reminiscenze latine ed espressioni della più comune quotidianità, Beck rende conto a ogni pagina del programma annunciato nel sottotitolo, un perentorio e umilissimo "poesia come vita" nel quale non è difficile riconoscere il lascito della "letteratura come vita" di Carlo Bo, che dello stesso Beck fu tra i primi e più convinti estimatori.