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Dopo aver esplorato gli spazi siderali e i mondi postapocalittici della fantascienza classica, James Graham Ballard decise di spingersi in una terra incognita più prossima, ma non per questo meno ricca d'avventure: lo "spazio interiore". Erano gli anni Settanta e, da allora, l'autore britannico non avrebbe mai smesso di attraversare le immense periferie delle metropoli postmoderne, in un viaggio allucinato tra nonluoghi, eterotopie, gated communities. Un viaggio destinato a rivelare gli aspetti meno edificanti della globalizzazione e l'inesausto risorgere di una mai sopita voglia di comunità. Ancora oggi la sua opera è una guida indispensabile per avventurarsi "là dove finisce la città", alla ricerca dei frammenti di un futuro scomparso prima ancora di realizzarsi. Perché quel mondo è, in fondo, anche il nostro mondo.