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Gli archeologi e gli antropologi moderni hanno trovato innumerevoli reperti che dimostrano come da 25.000 fino a 5.000 anni fa esistesse una società pacifica, matriarcale e matrilineare, che venerava una Dea. Alle donne era permesso esprimere se stesse, occupavano posizioni di rilievo nella società e avevano la completa gestione del proprio corpo e della propria sessualità. Nessun ruolo le schiacciava e le confinava in alienanti gabbie sociali: non esisteva il concetto di coppia, né il matrimonio, né il possesso dell'altro, né, di conseguenza, l'adulterio e le relative penalizzazioni. I figli nascevano spontaneamente e tutta la comunità si faceva carico della loro educazione. In particolare, uomini e donne veneravano la Dea, una sorta di utero primordiale da cui tutto si è originato e che in ogni singola donna s'incarna. Si riteneva che la donna fosse il legame tra il microcosmo e il macrocosmo, si rispettava e si onorava come espressione della Dea. Cos'è successo? Come si è potuti arrivare a una società in cui gli uomini dettano legge, una legge fatta di sessismo, sopraffazione e guerra? Ci hanno fatto credere che l'unica responsabile della "caduta" sia stata una donna, Eva, che ha osato cogliere il frutto proibito della Conoscenza. Dalle più recenti ricerche emerge invece che i responsabili del cambio di paradigma sono stati proprio quegli uomini che hanno inventato la storia di Adamo ed Eva.