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Guido Cucurnia con "Kalos" chiude la trilogia iniziata con "La casa di Pompeo" e proseguita con "Lo specchio di Arielle". Siamo nella fantascienza, in un universo lontano (ma forse no), in un tempo lontanissimo (ma forse no), e un pianeta sta morendo. Un popolo deve salvarsi, portando con sé tutta la propria civiltà. Ma nessuno è perfetto, neppure gli extraterrestri. Pregi e difetti sono quelli umani: l'odio, l'invidia, la passione, l'amore, il dolore, la gioia, la generosità, la speranza... Un libro d'azione, poiché l'universo è lo spazio che una navicella deve attraversare, e Sirmio è il pianeta che casualmente (ma forse no) diventa il luogo della storia. Una storia dura, fatta di guerra e perché la fantascienza in fondo parla di noi. Sempre un libro dev'essere così: de nobis fabula narratur. E poi rieccoci nella casa di Pompeo, nel tempo della terra, nella storia del nostro Novecento. Perché tutto torna. Tout se tient. Un libro per comprendere appieno gli altri due, ma che allo stesso tempo è tutto per sé.