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I settanta anni dall'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana hanno costituito l'occasione per una ricerca collettanea sulle decisioni della Corte Costituzionale che hanno riguardato il processo amministrativo. I saggi, per rendere il più possibile uniforme la trattazione, sono stati così articolati: a) gli arresti più rilevanti della Corte Costituzionale relativi alla tematica assegnata ad ogni partecipante alla ricerca; b) i commenti della dottrina alle decisioni analizzate, ai principi costituzionali invocati e alle applicazioni giurisprudenziali; c) i possibili sviluppi sugli istituti processuali analizzati; d) le considerazioni personali. Il testo, redatto da ogni singolo ricercatore, è stato inviato a tutti e se ne è discusso collegialmente. La Corte Costituzionale ha iniziato la sua attività nel 1956 e in sessantadue anni (2018) la giurisprudenza non è stata univoca, perché: è mutato più volte il quadro sociale, economico e politico che influenza le soluzioni date dai giudici che pongono a confronto le leggi ordinarie con i principi costituzionali; si sono, altresì, avvicendati più giudici, ognuno con un proprio bagaglio culturale, non solo giuridico, ma anche ideologico e quest'ultimo incide quando si vanno a bilanciare i diritti fondamentali, garantiti e tutelati dalla Costituzione, che si vengono a trovare in contrasto tra loro, contrasto composto in prima battuta dal legislatore ordinario che adotta una determinata soluzione; inoltre, è intervenuta su tanti aspetti del processo amministrativo e ciò contribuisce ad una varietà e diversità di impostazioni, difficilmente componibili con una visione d'insieme unitaria. Non pare possibile, pertanto, individuare un fil rouge che tenga insieme le pronunzie della Corte Costituzionale sul processo amministrativo anche se la protezione giudiziaria - che è definita "diritto inviolabile" nell'art. 24 della Costituzione - ha natura procedurale e non si pone in conflitto con gli altri diritti fondamentali che operano sul piano sostanziale, anzi la tutela è strumentale per far valere i diritti fondamentali (sostanziali), con la conseguenza che il diritto alla tutela giudiziaria è a soddisfazione garantita. Nello stesso tempo, il diritto alla tutela giudiziaria presenta dei caratteri, identificativi del giusto processo, che possono entrare in contrasto tra loro e richiedere il bilanciamento, tranne i principi dell'indipendenza, della terzietà e dell'imparzialità del giudice, fondamento primo e minimo del giusto processo, che vanno sempre soddisfatti.