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Partendo dall'analisi della crisi storica del XXI secolo e rifuggendo le vaghe contrapposizioni tra favorevoli e avversari della globalizzazione, Esposito propone la via di un nuovo modello economico-urbanistico nella convinzione che questa crisi, strutturale, possa essere realmente superata solo con "sostituzioni delle componenti strutturali" inadatte a sostenere il funzionamento dell'attuale modello economico. Inutile costruire nuovi pilastri per la crescita se le fondazioni, rappresentate da questa urbanistica, sono marce. Per l'autore, azioni congiunturali non risolvono una crisi strutturale. È indispensabile, per superarla e avviare un'era di sviluppo, il passaggio all'economia sociale di mercato che necessita della transizione dall'urbanistica di mercato, speculativa, all'urbanistica sociale di mercato: una nuova urbanistica per l'interesse generale a un autentico sviluppo umano integrale. Nel libro, Francesco M. Esposito condivide il pensiero di Paul Krugman e Joseph E. Stiglitz, per i quali la primaria causazione di questa crisi consiste nel perverso intreccio tra bolle immobiliari e bolle finanziarie che ha come effetto lo squilibrio tra redditi e costi abitativi.