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Segnali preoccupanti sugli abbandoni scolastici provengono dai recenti rapporti annuali di diversi istituti statistici nazionali e la comprensione di questa fotografia della situazione viene forse un po' troppo spesso frettolosamente e meccanicamente risolta con la nozione di "crisi", nelle connotazioni economiche e sociali del termine, quando invece potrebbe offrire l'occasione per qualche riflessione di ordine più personale e relazionale. Segnali frequentemente sottovalutati perché ritenuti "normali" andrebbero invece colti e considerati precocemente, in quanto indicano il rischio di un reciproco abbandono in atto da parte di scolaro e istituzione scolastica. Tuttavia il mandato istituzionale, che impone alla scuola finalità prevalentemente didattiche, ne relega ai margini, senza integrarle, le esigenze evolutive dello studente. Si tratta di finalità permeate dagli attuali valori sociali della cultura efficientistica del "successo", in cui sono temute e bandite tutte le forme di insuccesso. Se è vero che il ragazzo in crescita ha bisogno di giungere alla comprensione del valore del successo, è altrettanto vero che del successo deve comprenderne specialmente la provvisorietà e l'importanza del legame con lo sforzo e l'impegno. Non dal successo ma dall'esperienza del fallimento lo scolaro può essere traghettato verso la maturità.