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Questo volume costituisce uno studio metodico delle leggi nascoste che regolano il linguaggio letterario. Mutuando dalla filosofia, dalla linguistica e dalla teoria della comunicazione, Käte Hamburger vuole stabilire la differenza tra la letteratura e la realtà a partire dal peculiare, grammaticalmente paradossale comportamento della parola nella finzione. Come ha rilevato Paul Ricoeur, quella elaborata in questo studio è pertanto una "teoria della finzione pura". Confrontandosi, oltre che con numerosi esempi tratti per lo più dalla narrativa e dalla poesia del XIX e XX secolo, con le principali riflessioni sul tema, il volume intende proporre una mappatura sistematica delle legalità speciali che operano nelle diverse regioni del linguaggio letterario (e non letterario). In questo modo, oltre a radicare la tradizionale differenziazione tra epica, lirica e dramma, nella segreta ma inderogabile logica di cui vive la parola, lo studio di Hamburger vuole anche spiegare come mai la narrativa sia un luogo conoscitivo privilegiato: uno dei motivi che contribuiscono a produrre il suo peculiare incantesimo.