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"Il dolore è più sopportabile se si fugge? Il cielo di cristallo è l'ultimo cielo, l'ultimo sogno della moglie Benedetta [...] E anche per rispondere a questo interrogativo che Andrea scrive: il modo della dipartita di Benedetta ancor l'offende, egli vuole continuare a starle vicino. Non ha sopportato la vista della persona amata farsi sempre più minuta e sparire: un essere indifeso, una sofferenza immane e insensata. Ottantuno testi, il più corto di dodici versi, il più lungo di cinquantadue. Ottantuno testi come altrettanti colpi inferri su un cuneo che spacca il corpo della persona e della poesia: ed è la vita stessa, alla fine, ad esserne, come si legge, infangata." (Dalla Prefazione di Jean Robaey)