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Tre brevi dissertazioni di Charles-Louis de Sécondat, barone di Montesquieu, che si rivelano ancora oggi di un'attualità sorprendente. Nel Saggio sul gusto, rimasto incompiuto, emergono i precetti dell'autore sulla vera essenza del gusto, reputato "l'attributo di scoprire con finezza e prontezza il grado di piacere che ogni cosa deve procurare agli uomini". In 'Elogio della sincerità', Montesquieu considera quest'ultima non solo una virtù, ma altresì un dovere, tanto da asserire che i bugiardi e i falsi adulatori "ci privano di un bene che ci appartiene di diritto". Ne 'Sulla considerazione e sulla reputazione', Montesquieu critica l'atteggiamento generale, secondo cui "tale è la brama di essere stimati, che, invece di soppesare i consensi ricevuti, ci limitiamo a contarli; così capita che, per ottenere l'approvazione di tre deficienti, ci procuriamo il disprezzo di un uomo di spirito..." e si sofferma su ciò che realmente permette non solo di conquistare considerazione e reputazione, ma anche e soprattutto di mantenerla inalterata nel tempo.