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"Si prospettava una notte incantevole, una di quelle che solo quando si è giovani si rendono possibili, caro lettore. Il cielo era così stellato, così luminoso che, osservandolo, risultava inevitabile chiedersi: è mai possibile che sotto una volta celeste di queste proporzioni esistano persone irritate e riottose?". Così inizia "Le notti bianche", pubblicato per la prima volta nel 1848 e ispiratore dell'omonimo film di Luchino Visconti (1957) con Marcello Mastroianni e Maria Schell. Il protagonista, che parla in prima persona senza mai pronunciare il suo nome, è un uomo che vive ai margini della società, con l'unica compagnia dei propri sogni. Quattro notti basteranno a sconvolgere completamente il suo animo. "Quando si è infelici, avvertiamo più intensamente la sofferenza altrui e il sentimento non si frantuma, ma si concentra (...) ". Durante una passeggiata notturna e solitaria, avviene un incontro fatale con una ragazza, Nasten'ka, la quale accenderà nel protagonista la speranza di poter coronare un nuovo sogno: l'amore. Un romanzo sentimentale, breve ma intenso, in cui emerge il dissidio interiore fra il desiderio di vivere e l'alienazione dalle cose terrene.