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Un condominio signorile della Roma bene, inquilini che escono e che entrano dal portone, sorrisi di circostanza e lamentele: un formicaio brulicante di ipocrisie. Tutto cambia quando un giorno a varcare la soglia è un ragazzino di quattordici anni, si chiama Anbessa e viene dall'Eritrea. Anbessa insieme a tanti altri è sbarcato in Italia come minore non accompagnato e ha trovato ospitalità da alcuni zii, ma non soltanto. A un corso di lingua ha incrociato il suo cammino con due donne: l'avvocato Bentivoglio, stacanovista, sarcastica e un po' cinica, che sta provando a staccarsi dalle scartoffie da divorzista; e Ida, insegnante in pensione che ha deciso di abbandonare la burocrazia e i programmi scolastici per dare una svolta alla propria vita e alla voglia d'insegnare. Dal momento della collisione tutto cambia: il senso del lavoro, della famiglia, dell'amicizia, dell'appartenenza e della maternità. Il palazzo ben dipinto e formale viene squassato, ogni inquilino è costretto a fare i conti con la propria voglia o ritrosia al cambiamento. Un romanzo corale che ci porta per mano a conoscere il mondo sommerso di tutti quei minori, soli, che arrivano nel nostro paese.