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«Qualcuno lo ha vissuto come un Deja Vu, come si legge in questi racconti, per altri è stato come precipitare in un incubo ricorrente dal quale ci si sveglia urlando. Il 15 agosto 2021 quando i talebani hanno completato la loro conquista dell'Afghanistan, con la presa di Kabul, per gli afghani è tutto cambiato. Un salto indietro nel tempo a quegli anni '90 che per 20 anni hanno cercato di dimenticare. Un salto indietro per una società, almeno quella urbana, che non è più retrograda come allora. E ora, come un terremoto, i talebani sono ovunque, per le strade, sui mezzi americani, in divisa dell'esercito afghano. Dentro gli hotel, sulle poltrone del potere. Pregano sulle aiuole, girano con dei bastoncini per bacchettare la schiena di chi non si comporta come loro vogliono. Hanno imposto la Sharia, la legge islamica, nelle sue più rigide definizioni. Oltre i 12 anni le ragazze non possono più andare a scuola, le donne non possono più lavorare, e nel giro di poche ore la società civile che si era faticosamente costruita in due decenni di presenza straniera, è andata sotto traccia.» (dalla prefazione di Barbara Schiavulli, giornalista di guerra)