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I terremoti fanno notizia per una settimana: in quella settimana i giornali reclamano a gran voce più sicurezza, l'opinione pubblica si mobilita e riscopre forme di solidarietà, i signori del governo e dintorni promettono interventi, rimborsi, condoni, donazioni. Poi, più nulla. La litania dei nostri terremoti è lunga, senza storia perché è sempre la stessa, questa: i terremotati si portano nel cuore le macerie, spesso continuano per anni a conviverci, e le lacrime se le piangono da soli. Uno speciale riconoscimento, dunque, a questa raccolta che, come suggerisce il titolo, parla di sisma e di terremoti interiori, mescola voce corale a ricordi personali e confessioni autobiografiche, riporta sotto gli occhi di tutti la "banalità del male" della terra che continua a tremare, anche dopo, anche quando le scosse si sono fermate...