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Nella silloge di poesie, che ha come titolo "Io, Dio e gli altri", lo "sguardo interiore" di Andrea Ravani fissa le presenze e le assenze, la sostanza della vita, la sua drammaticità e la cognizione del dolore nella trasfigurazione lirica che conduce su un piano differente, dove le antinomie e le contaminazioni vengono purificate... Nelle liriche di Andrea Ravani si assiste ad una lenta navigazione nelle emozioni, nelle inquietudini, nel "silenzio stagnante", sulla linea di confine tra le attese della vita e le angosce, che assediano la mente: fino a scrivere di avvertire la sensazione di "vivere sempre altrove"; e le tempeste dell'inconscio sono l'espressione di un'esistenza dolente che viene rappresentata con la percezione di captare fortemente di "essere solo un trasparente sentire".