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L'Italia è un paese povero abitato da ricchi o, viceversa, un paese ricco abitato da poveri? La domanda, volutamente provocatoria, percorre il libro di Daniele Poto. L'analisi muove dalla povertà che attanaglia l'intero pianeta ma subito si addentra, come un racconto di avventura, nei meandri delle ragioni politiche e strutturali della crisi dell'Italia: un paese di vecchi e nuovi poveri, sei milioni in totale, con il rigonfiamento di una classe media che si inabissa portando involontariamente a fondo l'economia e che lo Stato colpevolmente non sostiene. Per arrivare alla meta finale il testo affronta la povertà da molteplici punti di vista, che diventano altrettanti capitoli: la politica drogata dei derivati, l'accanimento sulle pensioni, la politica fiscale, lo "sfogo" della beneficienza, il mancato reddito di dignità o di cittadinanza, lo scenario internazionale, l'etero-direzione del Brussels Group e molto altro ancora.