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La storia dell'umanità è storia di popoli e di persone che si spostano. E di altri popoli che condividono, accolgono, respingono. Spesso in una mescolanza di atteggiamenti, con contraddizioni e confitti. Il Mediterraneo è un mare di migrazioni. In mezzo a quel mare c'è Lampedusa, da sempre luogo di incontro di persone in fuga e di persone aggrappate a un pezzo di terra. Tutte in mezzo al mare. Con speranze, paure, affetti, resistenze. Lampedusa è il simbolo della vicenda difficile, a volte crudele, a volte nobile dell'umanità. Di questo intreccio parlano una viaggiatrice appassionata e il sindaco di Lampedusa, eletta un anno fa e subito impegnata nella scommessa di sostituire le barriere con ponti e strade. Ne emerge l'immagine di un'isola che vuole essere fedele a una storia di accoglienza: ieri (duemila anni fa) consentendo l'approdo e rifocillando schiavi in fuga verso le coste africane, oggi dando il primo aiuto, con gesti di riconoscimento, a donne, uomini e bambini che da quelle coste sono partiti alla ricerca di un futuro.