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Mi chiamo Carlo, ho cinquant'anni e sono incazzato e insofferente con il mondo. E, come se non bastasse, mi sono ritrovato per ben due volte, inerme, sotto le bombe sganciate su Varese. Prima dagli inglesi e poi dagli americani. Il loro obiettivo? L'Aermacchi, la fabbrica di caccia situata nel centro città, a pochi passi dal Palace Grand Hotel, trasformato da qualche anno in ospedale militare. Ospedale dove lavorano Giuseppe, Ottavio e don Paolino, i quali, nella notte del primo bombardamento, prestano soccorso a Ettore. Insieme alla piccola Santina e a Rebecca. È di lei, di Rebecca, che, nei giorni spaventosi e grigi della guerra, mi sono innamorato di un amore puro e disilluso, che però mi riempie di felicità e speranza.