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Il libro è la ricostruzione sincera ed appassionata del percorso umano e professionale del maestro Francesco Paolo Neglia (1874-1932) e, in particolare, del suo autoesilio legnanese. Direttore d'orchestra di riconosciuto talento nella Germania nel primo Novecento, rientrato in Patria alla vigilia della grande guerra, Neglia fu vittima dell'indifferenza e della diffidenza dei connazionali, condannato dagli ambienti musicali dell'epoca ad un'autentica "morte bianca" della quale non seppe capacitarsi e che non potè accettare. Nel ripercorrere l'ultima fase dell'esistenza di questo sfortunato musicista, l'autrice rievoca e documenta la ricca e multiforme attività da lui svolta in numerosi comuni dell'alto milanese, come direttore, compositore, didatta ed imprenditore musicale, nonché la rete di relazioni significative da lui intessuta in un'area della Lombardia allora in pieno decollo industriale.