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Il piccolo villaggio moldavo di Larga è in preda a una mania collettiva: raggiungere l'Italia, il paese dove per tutti c'è la possibilità di un lavoro ben pagato e di un futuro felice. Gli abitanti del villaggio inseguono il loro sogno di benessere con qualunque mezzo: trattori volanti, crociate di massa, sommergibili a pedali, vendita di organi, camuffamenti collettivi... L'ossessione per un'Italia idealizzata (e purtroppo inesistente), via di fuga dalle disgustose condizioni di vita moldave, contagia tutta la nazione, dal contadino più povero fino alla massima autorità politica del paese, il presidente Voronin, che sogna di aprire una pizzeria in una cittadina del nord Italia. Il romanzo ride e riflette sul sogno e la fuga, sui disagi e i desideri, e tanto più farà riflettere noi italiani, anche se i veri protagonisti sono i moldavi. La trama si frantuma in tante piccole storie di sopravvivenza quotidiana e di tentata emigrazione. Riusciranno alla fine i due "eroi", Serafini e Vasilij, che tentano di emigrare via cielo e via mare modificando la carcassa di un trattore, a portare nel nostro paese le due anime della Moldavia, quella artistica dell'umanista, innamorato della scultura di Michelangelo, e quella pratica del trattorista, che si commuove alla parola Fiat?