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La pittura murale nelle terre angioine a nord di Napoli restituisce per tutto il Trecento preziosi frammenti della relazione privilegiata intercorsa tra la provincia e la capitale del Regno, sospinta dal rinnovamento culturale promosso dai nuovi sovrani e diffuso dal patronato laico ed ecclesiastico solerte nel condividere, attraverso le iniziative artistiche, scelte devozionali e tendenze di gusto maturate nell'ambito della corte napoletana. Il volume indaga su fatti artistici inediti o poco noti alla luce delle dinamiche di committenza sottese all'ingaggio e alla circolazione nell'area di maestranze itineranti, artisti accreditati e "anonimi trecentisti", guardando alla questione angioina da una prospettiva nuova che legge e rivaluta, oltre i limiti del silenzio storiografico, il ruolo di primo piano svolto dalla Terra di Lavoro nello scenario culturale del Regnum.