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La monografia raccoglie un nutrito gruppo di opere, datate 1953-2011, che danno modo di ripercorrere il lungo cammino dell'artista, calabrese di nascita ma romano di adozione, impegnato dapprima nell'industria, tanto da acquisire una notevole esperienza internazionale, e poi nella ricerca espressiva iniziata nell'ambito dell'informale. La scoperta di Mondrian lo porta verso lo strutturalismo virato, nel corso degli anni, sui meccanismi percettivi della visione, in rapporto sia alle strutture formali che all'azione del colore. A partire dal 1965, una serie di mostre personali e collettive, la conoscenza di grandi personalità nell'ambito dell'arte programmata, amplificano la tensione verso strutture seriali modulari realizzate con la tecnica di colorazione dell'alluminio. Nel volume, una intervista di Giorgio Di Genova e un testo di Stefano Gallo fanno ampia luce sulla ricerca ottico-strutturale del lavoro di Arena.